venerdì 23 settembre 2011

SAPETE TIRARE LE SOMME ?

Gli spettacoli televisivi, ormai da diverso tempo, avevano perduto quella facilità di trattenere gli spettatori con semplicità e, poiché si erano moltiplicati, spesso su canali diversi e con attrazioni analoghe, incontravano crescenti difficoltà nel mantenere alti i cosiddetti indici di ascolto, che da alcuni decenni ne sancivano il successo reale.
Gli spettatori ormai stanchi del ripetersi di programmi fotocopia, sempre più li disertavano per seguire innovazioni tecnologiche o film ben confezionati.
Avevano ancora un discreto successo i quiz, le serie televisive seriali, in cui vi erano frequenti colpi di scena, i cosiddetti reality  e quelli in cui attraverso una continua suspence  alla fine un concorrente arrivava ad aprire un pacco e ne vinceva il contenuto, tra diverse alternative.
Nel frattempo, sempre più videodipendenti e meno preparati in cultura, gli spettatori avevano generalmente perduto il contatto con le materie scientifiche e letterarie. Molti spettacoli lo mettevano già in luce da tempo, ma senza generare in loro alcun desiderio di rivalsa.
Improvvisamente un canale secondario si imponeva all’attenzione di un numero sempre crescente di spettatori. Il titolo del programma che proponeva era costituito da una domanda a cui i concorrenti dovevano soddisfare con le loro risposte.
La parte del leone la faceva la Matematica.
Ai concorrenti venivano dati dei fogli in cui erano scritti dei numeri a diverse cifre che dovevano essere sommati.
Solo se le somme erano giuste i concorrenti potevano accartocciarli e lanciarli verso i rispettivi cestini.
Vinceva chi tirava più somme nel suo cestino.
Gli spettatori a casa potevano anche loro esercitarsi a tirare le somme.
Visto il successo della prima edizione: le strade erano sempre più piene di persone intente a tirare le somme, nella seconda oltre alle somme si iniziavano a lanciare anche le differenze.
Alla terza edizione si affrontava la moltiplicazione e per la quarta era d’obbligo affrontare la divisione.
Alla quinta era la volta delle potenze. Per la sesta si passava alle frazioni e per la settima le radici quadrate erano le benvenute.
L’ottava non si faceva, non perché non ci fossero argomenti da affrontare, ma perché alla fine della trentesima edizione forse non ci sarebbe stato più lavoro per i professori di matematica, superati in preparazione dai loro stessi alunni, tutti assidui frequentatori del programma che insegnava a tirare le somme.

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